COSA PUO’ FARE UN LEADER PER AVERE SUCCESSO?

In una ricerca fatta nel 2013 dalla Dale Carneige Training su come venissero coinvolti gli impiegati nelle aziende USA, soltanto 1 dipendente su 5 ama ciò che fa, e si sente motivato a farlo.

Cosa ancora più importante, in quell’80% di dipendenti scarsamente coinvolto, 4 lavoratori su 5 sono fortemente insoddisfatti del proprio diretto superiore, mentre il 62% di chi si sente coinvolto lo ha valutato positivamente.Vuol dire che le motivazioni dei dipendenti sono fortemente sottovalutate, e dipendono altrettanto fortemente dall’impegno dei diretti superiori. Sappiamo tutti che si lavora per denaro?Il denaro risolve in pochi casi qualsiasi problema di motivazione!

Il buon leader è in grado di trovare ciò che motiva gli individui e li spinge a dare il meglio.

Ecco 5 suggerimenti di autorevoli esperti:

1. ASCOLTARE ASCOLTARE E ANCORA ASCOLTAREAscoltare non è scontato, e non serve a molto se non si traduce in un’azione di rinforzo che converte i feedback ricevuti. Nel su citato studio, Dale Carneige rileva come 2 dipendenti su 3 reputino i propri superiori disinteressati rispetto ai loro problemi personali. Sapere cosa li motiva, o cosa al contrario li rende distratti e svogliati, è il dovere di ogni leader che vuole tirar fuori il meglio dai suoi collaboratori.

2. COMUNICARE COMUNICARE E ANCORA COMUNICAREChe è la diretta conseguenza dell’ascolto di cui sopra. Il leader silenzioso crea ambiguità, quello carismatico è sempre altamente comunicativo. Deve essere una comunicazione coerente, empatica e coinvolgente.

3. RICONOSCERE E PREMIARE IL BUON LAVORO DEI TUOI COLLABORATORI, non solo con i soldi.Le ricompense economiche e i benefit sono importanti non dico il contrario. Non si vive però di solo denaro. Le persone hanno necessità di essere costantemente motivate a fare meglio per il loro riconoscimento e per appagare le proprie aspirazioni. Cerca di sorprendere il tuo collaboratore a fare la cosa giusta!

4. DARE FIDUCIA E RENDERE AUTONOMILa leadership “centripeta”, quella dove tutto deve partire dal “capo” senza delega perché “si fa prima e meglio” è morta o sta morendo, come dimostrano gli ultimi studi a riguardo. Al contrario, quella “centrifuga” vive sarà il futuro. Le persone (pensa ai figli ad esempio) crescono con i compiti e danno il meglio quando sono da soli perché vogliono (se motivati) far vedere che hanno fatto bene le cose. E questo aumenta se sanno che, dopo aver fatto bene le cose, qualcuno lo noterà e apprezzerà il loro lavoro con un bravo. E non c’è niente di meglio che poter contare su un team capace di muoversi autonomamente, prendere decisioni e svolgere attività senza una continua supervisione. Che toglie tempo al manager, e svilisce il lavoro di chi lo circonda. Ovviamente l’autonomia va sempre meritata (non scaricabarile).

5. TRASMETTRE E CREARE COMPETENZA, puntando sulla formazioneIn un’azienda spesso si nota una forte asimmetria informativa. Se è involontaria si hanno lacune nella comunicazione. A volte però è voluta, ed è simbolo della debolezza del management/proprietà, ed è di inaccettabile diffidenza. Il vero leader è in grado di andare oltre a entrambe, sempre pronto a mettere a disposizione le proprie capacità spiegando, condividendo il suo know how. I vantaggi sono – mostrare attraverso l’esempio la strada ai collaboratori (quindi più autonomia!)- avere meno compiti da svolgere perché delegati nel modo e con le motivazioni giuste- capire quali e quanto sono le capacità dei collaboratori

ULTIMO IMPORTANTE PUNTOIl buon leader cerca di essere sempre aggiornato sulla sua attività e sul suo ruolo, per migliorare se stesso e per motivare i suoi collaboratori, ricordando che non sono vasi da riempire ma candele da accendere.e… solo una candela accesa può accendere un’altra candela

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GIANLUCA BUCCI


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