E’ veramente piacevole vivere con una persona assertiva: peccato che ve ne siano poche!

C’è da dire anche che non sempre è facile individuare il nostro STILE DI COMPORTAMENTO, che in alcune situazioni ci rende aggressivi, in altre passivi.

Una persona assertiva ha queste caratteristiche, per usare una metafora, è come per i cartelli stradali che ci guidano e ci ricordano il “buon” comportamento sulla strada. Sono come dei comandi, dei precetti che ci ispirano e ci permettono di migliorare la qualità della nostra vita con piccoli successi quotidiani per vivere con serenità le relazioni con gli altri, e viverle con l’equilibrio di chi non subisce e non aggredisce.

Se vogliamo lavorare sul MIGLIORAMENTO DEL MIO COMPORTAMENTO, è opportuno iniziare un programma di trasformazione che ha come primo passo un periodo di auto-osservazione, nel quale prendere nota del proprio stile comportamentale.

Crea un diario, e annota questi 3 passi:

1. La situazione in cui ti trovi;

2. L’eventuale disagio che hai provato. Fai una valutazione soggettiva, creati una scala da 0 a 10, dove 0 indica assenza di disagio e 10 il massimo disagio provato;

3. Quale tipo di comportamento hai messo in atto? Quale tipo di comportamento avresti dovuto avere?

In queste situazioni, che cosa potrebbe farti stare meglio?

Generalmente le nostre GIUSTIFICAZIONI sono:

• se il mio superiore non fosse aggressivo;

• se non avessi problemi economici;

• se non avessi conflitti con i genitori;

• se il mio partner fosse più affettuoso;

• se avessi un rapporto affettivo;

• se mia moglie fosse meno apprensiva;

• se il lavoro mi andasse meglio;

• se il mio collega di lavoro fosse più disponibile;

• se mio figlio si applicasse nello studio;

• se…

Queste frasi o questi pensieri, sono dialoghi interni nostri, personali. E’ il modo con cui parliamo a noi stessi, durante tutto il giorno.

IL DIALOGO INTERNO enfatizza i sentimenti che abbiamo verso gli altri e verso noi stessi, e con una attenta lettura fanno emergere cosa pensiamo di noi.

Capita che questi pensieri e quindi questo dialogo interno siano così veloci e automatici che non ce ne rendiamo neanche conto. Il fatto di non rendersene conto ci da l’impressione che siano le situazioni esterne a farci sentire in quel particolare modo e ci costringono a comportarci in quel modo. In realtà non è la situazione, ma la nostra interpretazione della situazione che influisce sulla qualità dei nostri stati d’animo.

Quindi accade con questa successione

–> EVENTO ESTERNO

–> INTERPRETAZIONE DELL’EVENTO

–> EMOZIONI

–> SUCCESSIVI COMPORTAMENTI

Ognuno di noi può avere mille motivi per provare disagio e per stare bene. Tutti i motivi del disagio vengono attribuiti a situazioni a noi esterne, così è forse più facile biasimare e dare la colpa agli altri e alle situazioni, piuttosto che prenderci la responsabilità delle nostre reazioni.

Ma se ACCETTIAMO L’IDEA DI UN DIALOGO INTERNO, allora possiamo acquisire il controllo sulla nostra vita, senza sentirci impotenti e in balia degli eventi esterni. E’ vero che non tutte le situazione sono controllabili, però possiamo decidere le nostre reazioni alle situazioni.

Le REAZIONI sono CONTROLLABILI, e questo fa aumentare:

– il nostro senso di efficacia,

– l’autostima

– la consapevolezza di avere in mano il controllo della nostra vita

Se le situazioni ci fanno soffrire, perché non decidiamo di cambiare e di affrontare in modo diverso i momenti difficili?

E’ possibile farlo, dobbiamo ricordare che possiamo essere noi gli artefici del nostro benessere, del nostro successo.

Se vogliamo diminuire il disagio provato, se vogliamo attivare un comportamento assertivo, dobbiamo “smontare” ciò che c’è di negativo nel nostro modo di pensare. Le voci di questo dialogo interno sono tutte nostre, e a volte sono le voci di persone che hanno rivestito un ruolo importante nel nostro passato: genitori, insegnanti, chi è stato significativo per noi nella nostra infanzia.

A VOLTE LE VOCI SONO DI AIUTO, A VOLTE NO.

Noi impariamo a pensare in un certo modo. E si innesca un processo insidioso e del quale spesso non siamo consapevoli. In sostanza quello che abbiamo imparato da altre persone si mischia con l’immagine che abbiamo di noi stessi e con il tempo può diventare parte del nostro dialogo interno.

Lessi anni fa un elenco di “voci interne” ne riconoscete qualcuna e quali di queste sono meno appropriate per voi?

• non fare storie

• devi sempre rispettare i più anziani e chi è meglio di te

• devi sempre lavorare duro

• gli uomini veri non piangono

• una brava donna è sempre paziente

• tutto è bene ciò che finisce bene

• non portare a casa i problemi

• devi lavorare di più

• la vita non è un divertimento

• sii buono

• i bambini si devono vedere, ma non sentire

• non interrompere

• stringi i denti e vai

• hai fatto solo il tuo dovere

• se mi volessi bene non faresti così

• sii perfetto

• devi finire quello che hai cominciato

• altre…

Ciò che ci diciamo, questi monologhi interiori, sono come delle lenti colorate attraverso le quali vediamo sia noi stessi, sia il mondo attorno a noi.

Ecco perché leggiamo le esperienze con il nostro colore e per questo diamo un significato diverso da altri e arrivano frasi e affermazioni del tipo “io sono fatto così”.

Più a lungo manteniamo certi tipi di lenti per leggere gli eventi della nostra vita, più facilmente sarà quello che continueremo a ripeterci e mettere in pratica.

Ripetiamo lo stesso comportamento aspettandoci un certo risultato e meravigliandoci se non è quello voluto.

Se continuiamo a fare quello che abbiamo sempre fatto otterremo quello che abbiamo sempre ottenuto!

Siamo bloccati e non ce ne rendiamo nemmeno conto…

I SOLI RESPONSABILI DEL NOSTRO DIALOGO INTERNO SIAMO NOI! Possiamo decidere se seguire quello che ci suggerisce se ci far star bene, o possiamo decidere di modifIcarlo se ci fa star male.

Come? Con tre piccoli passaggi:

1. Prendi coscienza e consapevolezza del tuo dialogo interno. Questo è il primo passo per prendere in mano le redini della tua vita.

2. Inizia a notare quali pensieri generi in determinate situazioni (è più facile iniziare da situazioni di disagio).

3. Riconosci e accetta che a volte il dialogo interno è utile, e che altre volte è limitante ed inappropriato. Stabilisci se ti sta spingendo in una direzione che ti fa star bene o ti fa star male.

In fin dei conti le voci interiori le abbiamo costruite noi, ma possiamo anche decidere di modificarle, siamo noi che conduciamo il gioco!

Contatti

GIANLUCA BUCCI


3933313831


drgianlucabucci@gmail.com

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